primi esperimenti in carbonio
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primi esperimenti in carbonio
Arrapato da tutte le foto, informazioni e quant'altro postato sino ad ora dal buon Franci e da Giuseppe ho preso coraggio ed ho cominciato anche io a darmi da fare con il carbonio.
Quella che segue non ha velleità di essere una guida alla laminazione ma ho riportato i vari passaggi della realizzazione del parafango in carbonio per 999 magari per stuzzicare l'intraprendenza di altri Bruti o anche per correggere insieme per migliorare.
Ovviamente non mi sono lanciato come primo lavoro nel parafngo ma ho fatto un pò di pratica con altri oggettini di cui poi vi posterò foto.
FASE 1: Calco positivo in vetro resina
1. Per prima cosa ho ricoperto il retro del parafango con carta gommata per evitare che della resina potesse attaccarsi ed ho creato dei lembi per maggiorare i contorni. Dopo ho spennellato del distaccante epossidico ed a cera ( in totale ho dato 5 mani, meglio stare sicuri).
P.S. Ho mantenuto l'adesivo del Bruto a mo' di portafortuna....
2. FAtto ciò, con pennello, ho dato la prima mano di resina poliestere (quella che puzza per intenderci) e mentre attendevo la gelatificazione ho ritagliato le fasce di fibra di vetro. Per il primo strato ho usato quella a trama più sottile (non so dirvi il peso per mq ma è quella tipo velina) per le altre ho utilizzato quella più grossa per irrobustire.
Attendere la gelatificazione della resina è un passaggio importante perché così la fibra posizionata sul parafango rimane incollata e mantiene la sagoma del pezzo. Per i tempi di attesa si fa riferimento alle indicazioni del produttore e nella poliestere si aggira sui 20 minuti (anche meno) a 20° di temperatura.
Posizionati gli strati ho atteso 24 ore per la completa catalizzazione e sono ritornato alla carica.
Primo errore: NOn ho utilizzato il sottovuoto per lo stampo e alcuni particolari non sono stati copiati dal calco. Per il futuro farò uso del sacco sottovuoto quando si tratta di riprodurre figure complesse (ed il parafango lo è anche se erroneamente pensavo il contrario).
Grazie alle tante mani di distaccante il calco è venuto via facilmente anche se sono saltati pezzi di vernice dal parafngo da copiare
.
Ho letto e riletto che la riuscita ottimale di un pezzo in carbonio è affidata al calco. Se il calco è fatto bene il pezzo in carbonio uscirà già finito e pronto. Professionisti del settore, addirittura, danno la mano di trasparente direttamente sul calco come primo passaggio di modo che il pezzo dopo la catalisi è finito.
Con tale considerazioni ho lavorato il calco tappando buchi, buchini e segno degli adesivi con stucco per carrozzieri e dopo ho lucidato tutto con cartavetro di diverse grammature (dalla grana più grossa alla 1000 anche con acqua).
FASE 2: laminazione
IO ho 3 tipi di tela di carbonio: twill 200 g/m; plain 200 g/m e scampoli grezzi di twill da 400 g/m. A mio parere la resa estetica migliore la da il twill e perciò ho deciso che sarebbe stato il primo strato ( quindi a vista ) ed in un unico pezzo di modo da non avere giunture e, quindi, una continuita su tutto il parafango.
per prima cosa ho dato la prima mano di resina. Piccola precisazione. LA resina poliestere non ha caratteristiche elevate e, perciò, viene utilizzata per gli stampi anche perché è di colore più scuro rispetto alla poliestere che è più trasparente. Unico inconventiente della poliestere è che ha tempi di asciugatura e gelatificazione bibilci se non si ha a disposizione un forno (sull'etichetta è riportato 12 ore per la gelatificazione a 20° e 24 ore per l'indurimento....). Poiché non ho ancora un forno e sono consapevole che il parafngo non sarebbe venuto perfetto ho utilizzato resina poliestere.
Ritornando a noi. Ho dato la mano di resina e nel mentre gelatificava ho ritagliato i pezzi di tessuto in carbonio che avrei poi stratificato.
come suggerito dal buon Giuseppe, ho usato della comune carta stagnola per riportare le misure e tagliare il necessario.
Ho, quindi, posizionato il primo strato avendo cura di far copiare tutte le asperità della sagoma. Ho utilizzato un pennello con setole più rigide e poi un rullo frangibolle.
fatto ciò, via con gli altri strati che non hanno bisogno di essere posizionati con particoalre cura perché tanto non si vedranno ma servono a dare consistenza e robustezza al pezzo.
Complessivamente ho messo 3 strati e dopo ho adagiato sulla parte interna la busta microforata ed il panno aereatore prima di fare il vuoto.
quindi tutto nel sacco e via col vuoto. Come sacco ho comprato quelli comuni che si uusano per conservare gli indumenti o i piumoni sotto vuoto pr recuperare spazio negli armadi: è economico, resistente, riutilizzabile e più facile che tenga il sottovuoto.
dopo poco hanno iniziato a compariire gli aloni di resina dai micorofori della busta significando che gli strati stavano aderendo perfettamente tra loro e la resina in eccesso esplusa.
Ho lasciato la pompa in funzione per circa due ore e dopo almeno 24 sono ritornato a vedere il risultato.
Sono stato abbastanza contento del risultato. Poche bollicine sulla superficie a vista ed il tessuto ha ricopiato bene la sagoma del parafango.
FASE 3: rifinitura
E' la parte più rompicoglioni di tutto il lavoro. Bisogna intanto ritagliare il carbonio in eccesso dalla sagoma, riempire con altra resina i buchini lasciati dalle bollicine d'aria e dopo carteggiare le imperfezioni.
Ho delle perplessità in quanto rifinendo i bordi della sagoma con il dremel, in alcun punti il tessuto veniva fuori a vista perché non era stato ben impregnato di resina. LA mia domanda è: ne ho messa poca o è stata esplusa in fase di vuoto?
Per ovviare o spennellato nuovamente i bordi e carteggiati ulteriormente.
Dopo innumerevoli passate di carta abrasive di tutti i tipi e sia a secco che in umido, ho dato le prime mani di trasparente. Le prime con bomboletta con vernice alla nitro e conto di dare le successive con trasparente bicomponente.
IL risultato non è perfetto e conto di rifarlo ricominciando dal calco che sta volta sarà fatto sotto vuoto.
LAvorare il carbonio non è semplice come potrebbe sembrare e richiede tante prove ed esperienza che, purtoppo, hanno un costo.
questo, ad esempio, è il primo parafango che ho fatto:
ovviamente cestinato.....
Quella che segue non ha velleità di essere una guida alla laminazione ma ho riportato i vari passaggi della realizzazione del parafango in carbonio per 999 magari per stuzzicare l'intraprendenza di altri Bruti o anche per correggere insieme per migliorare.
Ovviamente non mi sono lanciato come primo lavoro nel parafngo ma ho fatto un pò di pratica con altri oggettini di cui poi vi posterò foto.
FASE 1: Calco positivo in vetro resina
1. Per prima cosa ho ricoperto il retro del parafango con carta gommata per evitare che della resina potesse attaccarsi ed ho creato dei lembi per maggiorare i contorni. Dopo ho spennellato del distaccante epossidico ed a cera ( in totale ho dato 5 mani, meglio stare sicuri).
P.S. Ho mantenuto l'adesivo del Bruto a mo' di portafortuna....
2. FAtto ciò, con pennello, ho dato la prima mano di resina poliestere (quella che puzza per intenderci) e mentre attendevo la gelatificazione ho ritagliato le fasce di fibra di vetro. Per il primo strato ho usato quella a trama più sottile (non so dirvi il peso per mq ma è quella tipo velina) per le altre ho utilizzato quella più grossa per irrobustire.
Attendere la gelatificazione della resina è un passaggio importante perché così la fibra posizionata sul parafango rimane incollata e mantiene la sagoma del pezzo. Per i tempi di attesa si fa riferimento alle indicazioni del produttore e nella poliestere si aggira sui 20 minuti (anche meno) a 20° di temperatura.
Posizionati gli strati ho atteso 24 ore per la completa catalizzazione e sono ritornato alla carica.
Primo errore: NOn ho utilizzato il sottovuoto per lo stampo e alcuni particolari non sono stati copiati dal calco. Per il futuro farò uso del sacco sottovuoto quando si tratta di riprodurre figure complesse (ed il parafango lo è anche se erroneamente pensavo il contrario).
Grazie alle tante mani di distaccante il calco è venuto via facilmente anche se sono saltati pezzi di vernice dal parafngo da copiare
.
Ho letto e riletto che la riuscita ottimale di un pezzo in carbonio è affidata al calco. Se il calco è fatto bene il pezzo in carbonio uscirà già finito e pronto. Professionisti del settore, addirittura, danno la mano di trasparente direttamente sul calco come primo passaggio di modo che il pezzo dopo la catalisi è finito.
Con tale considerazioni ho lavorato il calco tappando buchi, buchini e segno degli adesivi con stucco per carrozzieri e dopo ho lucidato tutto con cartavetro di diverse grammature (dalla grana più grossa alla 1000 anche con acqua).
FASE 2: laminazione
IO ho 3 tipi di tela di carbonio: twill 200 g/m; plain 200 g/m e scampoli grezzi di twill da 400 g/m. A mio parere la resa estetica migliore la da il twill e perciò ho deciso che sarebbe stato il primo strato ( quindi a vista ) ed in un unico pezzo di modo da non avere giunture e, quindi, una continuita su tutto il parafango.
per prima cosa ho dato la prima mano di resina. Piccola precisazione. LA resina poliestere non ha caratteristiche elevate e, perciò, viene utilizzata per gli stampi anche perché è di colore più scuro rispetto alla poliestere che è più trasparente. Unico inconventiente della poliestere è che ha tempi di asciugatura e gelatificazione bibilci se non si ha a disposizione un forno (sull'etichetta è riportato 12 ore per la gelatificazione a 20° e 24 ore per l'indurimento....). Poiché non ho ancora un forno e sono consapevole che il parafngo non sarebbe venuto perfetto ho utilizzato resina poliestere.
Ritornando a noi. Ho dato la mano di resina e nel mentre gelatificava ho ritagliato i pezzi di tessuto in carbonio che avrei poi stratificato.
come suggerito dal buon Giuseppe, ho usato della comune carta stagnola per riportare le misure e tagliare il necessario.
Ho, quindi, posizionato il primo strato avendo cura di far copiare tutte le asperità della sagoma. Ho utilizzato un pennello con setole più rigide e poi un rullo frangibolle.
fatto ciò, via con gli altri strati che non hanno bisogno di essere posizionati con particoalre cura perché tanto non si vedranno ma servono a dare consistenza e robustezza al pezzo.
Complessivamente ho messo 3 strati e dopo ho adagiato sulla parte interna la busta microforata ed il panno aereatore prima di fare il vuoto.
quindi tutto nel sacco e via col vuoto. Come sacco ho comprato quelli comuni che si uusano per conservare gli indumenti o i piumoni sotto vuoto pr recuperare spazio negli armadi: è economico, resistente, riutilizzabile e più facile che tenga il sottovuoto.
dopo poco hanno iniziato a compariire gli aloni di resina dai micorofori della busta significando che gli strati stavano aderendo perfettamente tra loro e la resina in eccesso esplusa.
Ho lasciato la pompa in funzione per circa due ore e dopo almeno 24 sono ritornato a vedere il risultato.
Sono stato abbastanza contento del risultato. Poche bollicine sulla superficie a vista ed il tessuto ha ricopiato bene la sagoma del parafango.
FASE 3: rifinitura
E' la parte più rompicoglioni di tutto il lavoro. Bisogna intanto ritagliare il carbonio in eccesso dalla sagoma, riempire con altra resina i buchini lasciati dalle bollicine d'aria e dopo carteggiare le imperfezioni.
Ho delle perplessità in quanto rifinendo i bordi della sagoma con il dremel, in alcun punti il tessuto veniva fuori a vista perché non era stato ben impregnato di resina. LA mia domanda è: ne ho messa poca o è stata esplusa in fase di vuoto?
Per ovviare o spennellato nuovamente i bordi e carteggiati ulteriormente.
Dopo innumerevoli passate di carta abrasive di tutti i tipi e sia a secco che in umido, ho dato le prime mani di trasparente. Le prime con bomboletta con vernice alla nitro e conto di dare le successive con trasparente bicomponente.
IL risultato non è perfetto e conto di rifarlo ricominciando dal calco che sta volta sarà fatto sotto vuoto.
LAvorare il carbonio non è semplice come potrebbe sembrare e richiede tante prove ed esperienza che, purtoppo, hanno un costo.
questo, ad esempio, è il primo parafango che ho fatto:
ovviamente cestinato.....
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Re: primi esperimenti in carbonio
Dai che hai fatto un gran bel lavoro.....complimenti......sapessi quante cose ho buttato io ....e......butterò....
Allora posso suggerirti alcune cose che arrivato a questo punto ...ti porterà a raggiungere eccellenti risultati.
1) Hai rotto il ghiaccio superando il timore del non distacco, utilizzando il distaccante, probabilmente quei pezzi di vernice che si sono staccati sono andati via perchè magari la vernice stessa non era il top.... ....comunque quando rifarai lo stampo invece di mettere la resina direttamente sul distaccante usa il gel coat bianco.......è facilissimo da pennellare con una densità tale da non colare......lo passi la mattina e già il pomeriggio puoi eseguire la stratificazione......al tatto deve essere appiccicoso.......puoi usare la classica fibra di vetro "pesante"...perchè ti accorgerai che una volta spalmata la resina sul gelcoat la fibra si attaccherà molto facilmente riproducendo qualsiasi sottosquadra.......in questo caso non ti preoccupare della resina in eccesso.....metti quella che serve per fare stare tutto ben attaccato......un'altra cosa...invece di lasciare semplicemente lo scotch di carte in eccesso...ricreati un bordo, almeno di 2-3 cm, con cartoncino foderato con scotch da imballaggio e incollalo con colla a caldo dalla parte interna del parafango direttamente sulla carta gommata.....questo ti permetterà di avere poi uno stampo ben incorniciato....con la tela di carbonio ben stesa......
2) Non ho capito una cosa sulla catalizzazione della resina poliestere......dici di tempi biblici.....forse ti riferivi alla resina epossidica.....quella si che richiede diverse ore per la catalizzazione soprattutto senza forno.......di solito quando ho realizzato uno stampo con la poliestere aumentando di 1-2% la dose di catalizzatore con una temperatura di 24°C...in tre ore ho sformato la "torta"....
3) ritornando allo stampo.....una volta staccato.......rifiniscilo con carta fine ad acqua.....e VERNICIALO con vernice bicomponente lucida......se fai questo.....in pratica quando staccherai il pezzo potresti benissimo lasciarlo senza trasparente.....e ti dovrai mettere gli occhiali da sole per guardarlo...
4) per la realizzazione del pezzo usa resina epossidica.....se per esempio hai utilizzato 300 gr di quella poliestere...ti accorgerai che con l'epossidica ne userai 200 gr...(che in parte poi verrà pure assorbita dal panno assorbente).....e in più la resina essendo molto più liquida verrà impregnata meglio, evitandoti la sorpresa di vedere parti asciutte.....tu picchetta comunque molto ed in maniera uniforme......ho visto che hai usato anche il rullino beh quello passalo solo alla fine della picchettatura generale....ti serve solo per evitare eventuali bolle.....ma mettendo tutto nel sottovuoto, se la fibra è tutta ben impregnata, praticamente dovrebbe essere impossibile.....a patto che il vuoto rimanga stabile per tutta la durata della catalizzazione, che se non avviene in forno dura diverse ore.....
Per il resto complimenti ancora........ho ancora l'influenza....se ho dimenticato qualcosa......sono sempre quì...
Allora posso suggerirti alcune cose che arrivato a questo punto ...ti porterà a raggiungere eccellenti risultati.
1) Hai rotto il ghiaccio superando il timore del non distacco, utilizzando il distaccante, probabilmente quei pezzi di vernice che si sono staccati sono andati via perchè magari la vernice stessa non era il top.... ....comunque quando rifarai lo stampo invece di mettere la resina direttamente sul distaccante usa il gel coat bianco.......è facilissimo da pennellare con una densità tale da non colare......lo passi la mattina e già il pomeriggio puoi eseguire la stratificazione......al tatto deve essere appiccicoso.......puoi usare la classica fibra di vetro "pesante"...perchè ti accorgerai che una volta spalmata la resina sul gelcoat la fibra si attaccherà molto facilmente riproducendo qualsiasi sottosquadra.......in questo caso non ti preoccupare della resina in eccesso.....metti quella che serve per fare stare tutto ben attaccato......un'altra cosa...invece di lasciare semplicemente lo scotch di carte in eccesso...ricreati un bordo, almeno di 2-3 cm, con cartoncino foderato con scotch da imballaggio e incollalo con colla a caldo dalla parte interna del parafango direttamente sulla carta gommata.....questo ti permetterà di avere poi uno stampo ben incorniciato....con la tela di carbonio ben stesa......
2) Non ho capito una cosa sulla catalizzazione della resina poliestere......dici di tempi biblici.....forse ti riferivi alla resina epossidica.....quella si che richiede diverse ore per la catalizzazione soprattutto senza forno.......di solito quando ho realizzato uno stampo con la poliestere aumentando di 1-2% la dose di catalizzatore con una temperatura di 24°C...in tre ore ho sformato la "torta"....
3) ritornando allo stampo.....una volta staccato.......rifiniscilo con carta fine ad acqua.....e VERNICIALO con vernice bicomponente lucida......se fai questo.....in pratica quando staccherai il pezzo potresti benissimo lasciarlo senza trasparente.....e ti dovrai mettere gli occhiali da sole per guardarlo...
4) per la realizzazione del pezzo usa resina epossidica.....se per esempio hai utilizzato 300 gr di quella poliestere...ti accorgerai che con l'epossidica ne userai 200 gr...(che in parte poi verrà pure assorbita dal panno assorbente).....e in più la resina essendo molto più liquida verrà impregnata meglio, evitandoti la sorpresa di vedere parti asciutte.....tu picchetta comunque molto ed in maniera uniforme......ho visto che hai usato anche il rullino beh quello passalo solo alla fine della picchettatura generale....ti serve solo per evitare eventuali bolle.....ma mettendo tutto nel sottovuoto, se la fibra è tutta ben impregnata, praticamente dovrebbe essere impossibile.....a patto che il vuoto rimanga stabile per tutta la durata della catalizzazione, che se non avviene in forno dura diverse ore.....
Per il resto complimenti ancora........ho ancora l'influenza....se ho dimenticato qualcosa......sono sempre quì...
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Re: primi esperimenti in carbonio
Peppe ha più figli di Gheddafi
"Qui a Phillip Island ogni tanto ti becchi qualche uccello addosso, nel senso di volatile dico". [Max Biaggi]
"Io tifo valentino quanto una tigre desideri un piatto di insalata" [Cipi998]
Cazzo sei, il mio sosia? [MASTROPIPAIO]
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Re: primi esperimenti in carbonio
1. io credevo che il gelcoat venisse usato al posto della resina come primo strato per dare maggiore brillantezza...... Ma quindi necessita comunque di essere rivestito di resina prima del tessuto?
2. chiriamo una volta per tutte: la resina epossidica è quella inodore e la poliestere puzza? Se così io ho utilizzato fino ad ora sola la poliestere che mi è stata regalòata da un tizio che lavora in un'azienda che realizza condotte in veroresina. Non so se sia scadente o cosa ma i pezzi in carbonio con la resina che ho utilizzato non hanno una rigidità eccelsa, anzi. Pensa che ho fatto il rivestimento in carbonio per il tappo serbatoio (a breve le foto) laminando 2 strati ma il risultato è un pezzo flessibile.....per avere rigidità dovrei fare più strati (non nel caso della cover del appo ovviamente). Credo sia imputabile alla resina scarsa. E' così per tutte le resine poliestere?
2. chiriamo una volta per tutte: la resina epossidica è quella inodore e la poliestere puzza? Se così io ho utilizzato fino ad ora sola la poliestere che mi è stata regalòata da un tizio che lavora in un'azienda che realizza condotte in veroresina. Non so se sia scadente o cosa ma i pezzi in carbonio con la resina che ho utilizzato non hanno una rigidità eccelsa, anzi. Pensa che ho fatto il rivestimento in carbonio per il tappo serbatoio (a breve le foto) laminando 2 strati ma il risultato è un pezzo flessibile.....per avere rigidità dovrei fare più strati (non nel caso della cover del appo ovviamente). Credo sia imputabile alla resina scarsa. E' così per tutte le resine poliestere?
- lucaduca78
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Re: primi esperimenti in carbonio
visto che ci siamo, vi mostro altri lavoretti in carbonio che ho fatto:
ho ripristinato un copri frizione che sarebbe dovuto essere buttato perché rotto e ormai senza gli anelli per i bulloni. L'ho rivestito di altri due strati di carbonio twill 200g/m2 ed ho racchiuso a sandwich delle comni rondelle in corrispondenza dei fori per i bulloni:
Mentre queste sono alcune fasi della realizzazione della protezione del serbatoio (Penso il pezzo più facile da fare, infatti è stato il mio battesimo del carbonio):
Premetto che non è il modo corretto perché l'ho fatto senza stampo ma creandolo direttamente sull'originale e, quindi, è venuto più grande ma comunque veste bene sul serbatoio.
1. ho rivestito il pezzo originale con del nastro di gomma così come tutta la parte attorno al serbatoio in quanto ho preferito che il pezzo rimanesse sul serbatoio perché essendo in gomma non avrebbe mantenuto la forma.
2. Ho quindi splamato la resina poliestere sul pezzo originale incartato ed ho laminato 3 strati di carbonio lasciando asciugare.
3. Il giorno dopo ho staccato il tutto dal serbatoio separando il pezzo originale/calco dal laminato in carbonio.
4. LAvoro finale: ritaglio con dremel e cartavetro a fetere.....
5. qualche mano di lucido... e pezzo ultimato:
ho ripristinato un copri frizione che sarebbe dovuto essere buttato perché rotto e ormai senza gli anelli per i bulloni. L'ho rivestito di altri due strati di carbonio twill 200g/m2 ed ho racchiuso a sandwich delle comni rondelle in corrispondenza dei fori per i bulloni:
Mentre queste sono alcune fasi della realizzazione della protezione del serbatoio (Penso il pezzo più facile da fare, infatti è stato il mio battesimo del carbonio):
Premetto che non è il modo corretto perché l'ho fatto senza stampo ma creandolo direttamente sull'originale e, quindi, è venuto più grande ma comunque veste bene sul serbatoio.
1. ho rivestito il pezzo originale con del nastro di gomma così come tutta la parte attorno al serbatoio in quanto ho preferito che il pezzo rimanesse sul serbatoio perché essendo in gomma non avrebbe mantenuto la forma.
2. Ho quindi splamato la resina poliestere sul pezzo originale incartato ed ho laminato 3 strati di carbonio lasciando asciugare.
3. Il giorno dopo ho staccato il tutto dal serbatoio separando il pezzo originale/calco dal laminato in carbonio.
4. LAvoro finale: ritaglio con dremel e cartavetro a fetere.....
5. qualche mano di lucido... e pezzo ultimato:
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Re: primi esperimenti in carbonio
L'unico consiglio che mi posso permettere di dare a chi avesse intenzione di provarci è quello di avere accortezze nella lavorazione: MAschera filtrante (non quella di carta ma quella per carrozzieri con filtri attivi cambiabili). I guanti specie quando si ritaglia o si carteggia perché particelle di carbonio vengono sparate ed avrete la sensazione di avere aghi nelle mani.....
La fibra di carbonio ha una conformazione tale che se insipirata entra nei polmoni e vi ci resta, quindi OCCHIO per due cazzatine non vorremmo ammalarci seriamente......
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Re: primi esperimenti in carbonio
Allora:lucaduca78 ha scritto:1. io credevo che il gelcoat venisse usato al posto della resina come primo strato per dare maggiore brillantezza...... Ma quindi necessita comunque di essere rivestito di resina prima del tessuto?
2. chiriamo una volta per tutte: la resina epossidica è quella inodore e la poliestere puzza? Se così io ho utilizzato fino ad ora sola la poliestere che mi è stata regalòata da un tizio che lavora in un'azienda che realizza condotte in veroresina. Non so se sia scadente o cosa ma i pezzi in carbonio con la resina che ho utilizzato non hanno una rigidità eccelsa, anzi. Pensa che ho fatto il rivestimento in carbonio per il tappo serbatoio (a breve le foto) laminando 2 strati ma il risultato è un pezzo flessibile.....per avere rigidità dovrei fare più strati (non nel caso della cover del appo ovviamente). Credo sia imputabile alla resina scarsa. E' così per tutte le resine poliestere?
1) il gel coat è la finitura del pezzo, quando parliamo di vetroresina e non carbonio.......nel caso dello stampo essendo il primo strato è quindi la finitura.......una volta che è stato "spalmato" si aspetta che catalizzi (il rapporto è quasi sempre in percentuale circa il 2% di catalizzatore su 100 gr).....il gel coat (consigliato da me) non è paraffinato quindi in pratica all'aria aperta non catalizzerà mai completamente......di solito dopo 6 - 8 ore diventa appiccicoso (dipende dalla temperatura dei locali)...ecco è il momento della stratificazione....quindi si procede come hai fatto tu direttamente sul pezzo.....tre starti vanno più che bene......il gel coat essendo chiuso dalla stratificazione a questo punto catalizzarà del tutto;
2) in modo molto semplice la resina poliestere è quella che puzza (è fà male se si inalano quei vapori) la epossidica è quasi inodore (ma è sempre meglio usare la maschera da te indicata)......per quanto riguarda la rigidità non è solo dovuta alla resina ma a tutti i materiali utilizzati e soprattutto gli strati....di solito con il carbonio laminato con il sottovuoto di parte da un minimo di 4 strati.......
Aggiungo:
3) per lo stampo puoi benissimo utilizzare la poliestere (meglio se all'aperto)....per il "pezzo" usa la epossidica......è perfetta per il sottovuoto.....e ripeto essendo molto liquida permea molto meglio tra gli starti......
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Re: primi esperimenti in carbonio
oooooh grazie delle spiegazioni, mi hai chiarito alcuni miei dubbi.
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Re: primi esperimenti in carbonio
Ohhh, attendevo un tuo responso. Grazie dei complimenti, ne sono lusingato!franci ha scritto:Azzarola vedo solo adesso il tuo post .... complimenti
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Re: primi esperimenti in carbonio
Ottimo inzio!
Cosa avrei visto del mondo
senza questa Luce
che illumina
i miei pensieri neri
senza questa Luce
che illumina
i miei pensieri neri